Proprio qui
su questa fredda panchina di pietrami sono seduta
e ti ho aspettato.
Di te non conoscevo che i passi
li sentivo avvicinarsi
più forti del tuono
profondi echi labirintici
nei vuoti saloni
lungo le scale vertiginose del mio cuore.
L’estate sbiadiva
si accendeva l’autunno
si scioglieva la neve
sfioriva la primavera.
Passava gente
parlava
chiedeva
non rispondevo
aspettavo.
Sei arrivato una sera
con la pioggia
e mi hai teso la mano.
No comments:
Post a Comment