Sbriciolati e dispersi nel vento
il candido giglio di Sant’Antoniole foglie d’argento d’ulivo pasquale
sul muro la nicchia è vuota
la dea biancoazzurra se n’è andata.
La porta è sprangata
Giano bifronte non è più qui
a sorvegliare la soglia
si è spento nel focolare il fuoco di Vesta
non brillano fiammelle
davanti ai simulacri dei Lari
i Penati hanno abbandonato la dispensa.
Nel giardino incolto
dilavata da mille piogge
si sgretola la Driade della fontana
o forse è Biancaneve
la gialla gonna macchiata di lichene
ed ecco là fra le ortiche
l’effigie impettita dello gnomo di casa
che ha la faccia arcigna di Brontolo.
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