Dodici finestre ha la mia casa.
Dalla prima entra il canto del gallo
che infrange il buio in mille schegge
di vetro blu.
La finestra dell’alba è pallida come
perla,
ma quella dell’aurora riluce di
liquida ambra.
La quarta finestra profuma di latte e
biscotti,
la quinta risplende dell’oro del
mattino.
Attraverso la sesta finestra cercan
rifugio le ombre
spaventate nel panico dell’ora
meridiana.
La finestra del sole calante sveglia
un’iridescente via lattea di pulviscolo,
dall’ottava fluisce tranquilla la
luce del pomeriggio.
La finestra del tramonto è preziosa di
rubino e ametista,
la finestra dell’imbrunire pullula di
falene.
Ed ecco la finestra del sonno, da dove
i sogni fluttuano via
come fantasmi inconsistenti
e, ultima, la finestra di mezzanotte,
dove la luminosa pastorella
conduce al pascolo i suoi sette gelidi
buoi
in un nero prato dai fiori splendenti.
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