C’è chi ha abitato qui e se n’è
andato.
E c’è chi è rimasto per sempre.
Ci sono i nonni, tutti e due,
proprio identici ai quadri appesi ai
lati del camino.
Lui, coi baffoni ottocenteschi,
se ne sta comodo sulla sua seggiola
preferita,
il cannello della pipa fra le dita.
Lei, pettinata con la crocchia,
seduta davanti alla finestra,
cuce con abili mani.
C’è la zia giovane
e il nipote adolescente
che la spagnola si è portati via:
sul tavolo dispongono le carte
di un’interminabile partita.
C’è il giovane robusto,
che in guerra è stato colpito a morte
dentro una trincea fra rocce e
ghiaccio,
e di lassù ha voluto tornare nella
vasta pianura,
nella sua casa,
e non si stanca di percorrerla tutta,
stanza per stanza.
C’è la mamma
che gioca col suo bambino appena nato
e lo culla, lieta che il tempo si sia
fermato.
E sul divano, beatamente addormentato,
c’è il grosso gatto arancione
acciambellato.
E tutto intorno è bello e colorato,
e lindo e lustro
e arde il fuoco
e c’è profumo di pane appena
sfornato,
e una voce che canta
e una risata contenta...
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