Mi piacciono le parole doppie.
Nel sottoscala di solito si trovano
cose insolite,
interessanti soprattutto per i
robivecchi.
Se ci sono le bottiglie, ci dev’essere
anche il cavatappi.
Certo servirebbe un aspirapolvere!
Alcune di queste parole sono utili,
come asciugamano e contachilometri
...o addirittura vitali,
quando è il momento di aprire il
paracadute!
Il battipanni e il tagliacarte non
rifuggono dalla violenza,
mentre l’attaccapanni e il fermacarte
sono di temperamento più posato.
C’è chi si adatta a lavori umili,
come il calzascarpe e il posacenere,
e chi invece aspira a un’alta
posizione sociale,
come il portafoglio e il portagioielli.
Il reggicalze e la sottoveste
sono personaggi intriganti...
Mezzogiorno e mezzanotte
spaccano in due la giornata,
come una torta, metà alla panna metà
alla cioccolata.
In tema di sapori,
l’agrodolce è esotico,
dolceamaro può essere anche un
ricordo,
ma a colazione vi consiglio caffelatte
o lattemiele.
Lo spazzacamino sale, l’apripista
scende,
il saltimbanco va su e giù
ma non c’entra con il saliscendi.
Il giardino delle parole doppie è
sempreverde
e multicolore come l’arcobaleno:
fra il biancospino e il melograno
intrecciano voli il pettirosso e il
codirosso
...e non dimentichiamo il pigliamosche
e il culbianco!
L’orizzonte laggiù è blu oltremare.
Sul frangiflutti l’onda verdazzurra
si fa schiuma color madreperla,
e infida cova la minaccia ...attenti ai
pescecani!
In tutto questo gran parapiglia,
la parola che più di tutte amo
è dormiveglia:
lì, in un limbo di dolce penombra,
si cullano le idee e i ricordi, le
immagini e i pensieri...
dondolano, come il pendolo di un
orologio, e scivolano
...di là, e diventano sogni,
...di qua, e diventano poesia.
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