Per le strade drappeggiate di rosso
solenne
la processione si snoda come lungo
serpente.
Nel profumo stordente dei gigli,
sui muri infuocati d’estate
strisciano le voci cantilenanti.
È la festa del Santo: Sant’Antonio
di Padova dal bruno saio,
che abitava fra le fronde di un noce,
lui, che con dolce sollecitudine
regge fra le braccia il dio bambino,
circonfuso di luce.
Nell’assolata Lisbona di un lontano
agosto medioevale,
la grande e aristocratica casa dei
Buglioni,
che sorge presso la Cattedrale, è in
festa:
è nato il primogenito, il suo nome è
Fernando.
Il gomitolo della sua vita comincia a
dipanarsi
dall’informe matassa del destino.
Come succede a tutti i gomitoli e a
tutte le vite,
si ingarbuglia e si annoda:
decisioni e ripensamenti,
contrattempi e avventure,
complicazioni e contraddizioni,
casualità e coincidenze,
viaggi e incontri,
occasioni perse e opportunità
inaspettate,
qualche miracolo... anche questo, si
sa, succede in tutte le vite.
Girano le stagioni e si avvolgono una
sull’altra:
trentasei estati e il filo si spezza.
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