Silenzio
Da molto tempo si sono spente le voci infantili
che recitavano lunghe sequele di numeri
melodiose come filastrocche.
Non più canti, risa, litigi,
non più voci amorevoli o autoritarie.
La vecchia scuola dorme un lungo sonno senza sogni
e tutto è silenzio.
È silenzio il piccolo cimitero solitario nella campagna,
che culla dolcemente la morte fra tenere braccia di mattoni.
È silenzio una miracolosa nevicata notturna
che al mattino stupisce con magie di ovatta bianca.
È silenzio il lungo momento di buio
che già sa le prime note azzurre del merlo.
Silenzio è una muta preghiera che cerca il suo dio,
l’attimo d’amore che non trova parole,
la paura senza nome che si annida in fondo all’anima,
la lunga attesa che si avvolge su se stessa come il filo del gomitolo.
È la cenere dopo l’incendio, la lacrima dopo il dolore.
È nebbia grigia di minuscole gocce esauste,
fatte della stessa sostanza del sogno.
Il silenzio è nero:
pozzo profondo e immobile,
spesso velluto complicato.
Contiene il rombo della cascata,
la melodia del clarinetto,
la risata,
il bisbiglio e l’urlo,
il ronzio, lo scampanio, il gocciolio...
Tutti contiene i rumori e i suoni del mondo
e la musica delle sfere celesti
e il vento che solleva le dune
e le onde fragorose del mare
e il grano che cresce
e il tempo che fugge.
Da molto tempo si sono spente le voci infantili
che recitavano lunghe sequele di numeri
melodiose come filastrocche.
Non più canti, risa, litigi,
non più voci amorevoli o autoritarie.
La vecchia scuola dorme un lungo sonno senza sogni
e tutto è silenzio.
È silenzio il piccolo cimitero solitario nella campagna,
che culla dolcemente la morte fra tenere braccia di mattoni.
È silenzio una miracolosa nevicata notturna
che al mattino stupisce con magie di ovatta bianca.
È silenzio il lungo momento di buio
che già sa le prime note azzurre del merlo.
Silenzio è una muta preghiera che cerca il suo dio,
l’attimo d’amore che non trova parole,
la paura senza nome che si annida in fondo all’anima,
la lunga attesa che si avvolge su se stessa come il filo del gomitolo.
È la cenere dopo l’incendio, la lacrima dopo il dolore.
È nebbia grigia di minuscole gocce esauste,
fatte della stessa sostanza del sogno.
Il silenzio è nero:
pozzo profondo e immobile,
spesso velluto complicato.
Contiene il rombo della cascata,
la melodia del clarinetto,
la risata,
il bisbiglio e l’urlo,
il ronzio, lo scampanio, il gocciolio...
Tutti contiene i rumori e i suoni del mondo
e la musica delle sfere celesti
e il vento che solleva le dune
e le onde fragorose del mare
e il grano che cresce
e il tempo che fugge.
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