June 10, 2012

Tatto


Non voglio descrivere il rosso e il grigio
l’ovale e il rettangolare
il chiaro e lo scuro.

Voglio che sia la mia pelle
a indovinare
a suggerire
il freddo del metallo
che risuona vuoto al tocco della mano
non liscio
satinato di vernice spatolata
percorso da ruvide e scabre vene di ruggine.

Voglio toccare
la grana sottile e tagliente del cemento
e quella misteriosamente plasmata
e levigata
sempre diversa
delle pietre che raccontano lunghi paesaggi geologici.

Voglio sentire fra le dita
le minuscole asperità vetrose dei mattoni
le connessure e le crepe
e trovare piccoli tesori
una ragnatela impalpabile
un fragile frammento di foglia
l’ala sottile di una falena
polvere
granulosa come zucchero
fine come cipria.

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