March 06, 2012

Red Desert



Schegge rosse

I

Fra le matite colorate sparse sul tavolo
ha scelto proprio quella:
la piccola mano ha disegnato i muri della casa
e poi, decisa, ha calcato bene il colore del tetto.
Il bimbo ama il rosso,
gli mette allegria.

Col rosso può colorare
metà dei triangoli che fanno il tendone del circo,
le fauci del leone,
la frusta del domatore,
il naso del pagliaccio.

È rosso il palloncino sfuggito e perso nel blu,
l’aquilone che danza nel vento,
il geranio sul davanzale,
il giorno di festa sul calendario.

Il rosso è buono:
sa di fragola e lampone,
è zucchero di anguria e polpa di ciliegia.
È appetitoso, caldo e saporito come la salsa di pomodoro
e persino un po’ piccante con un pizzico di peperoncino.

Sono rossi i papaveri nell’oro estivo,
le rose nel giardino
e il cielo di sera, quando bel tempo si spera...
Sono rosse in autunno le foglie dell’acero
e il fuoco del camino.
Rosso è il vestito di Babbo Natale,
come occhi di vanessa a primavera.

Il rosso porta fortuna:
è la coccinella dai sette punti,
il corallo fiorito in fondo al mare.

È il magico petalo racchiuso nella biglia preferita,
la manciata di coriandoli,
il fiore pirotecnico che sboccia nel cielo festivo.

Ma è anche l’errore sul quaderno di scuola...

È ottimismo, energia, entusiasmo, vitalità.

Ma a volte è vergogna...

È avventura, competizione, vittoria.

Ma è anche il semaforo che dice “Fermati!”
È un pericolo, una minaccia, un rischio.

È rosso il cappello a punta dello gnomo
che sorride dalle pagine del libro di fiabe,
ma rossa è anche la mela avvelenata
che la perfida Strega porge a Biancaneve...

II

Vivido scarlatto, rosso papavero, rosso ciliegia.
Rosso corallo, fiore di profondi abissi.
Liturgica porpora, rosso cardinalizio.
Terracotta, ruggine, mattone.
Sangue e vino.
Granato, come gli arilli del melograno,
nato dal sacrificio di Dioniso.
Esotico rosso di Persia, rosso indiano, rosso veneziano,
rosso lacca d’Oriente.
Nordico rosso falun.
Il rosso di alizarina si accosta all’arancione,
il magenta corteggia il viola.
S’incupisce in amaranto e carminio.
È attratto dal verde,
ma sposa il giallo e s’innamora del blu.
Confina con l’invisibile.

III

Rosso arde il fuoco di Vesta nel camino domestico.
Rosso è vampa d’incendio,
falò rituale nella notte di mezza estate,
pira funebre, rogo dell’autodafè.
Intorno alle vivide fiamme crepitanti di faville
si intrecciano i racconti di caccia:
rosso è il cacciatore e rossa è la sua preda, abbattuta e dilaniata,
rosso è l’agguato, rosso l’inseguimento e rossa la ferita.

Gocciola sangue la carne sui lunghi spiedi: mors tua, vita mea.
Gocciola sangue l’ara del dio:
il rosso è liturgico, il rosso è sacrificio.
È il sacrificio dell’uva,
che scintilla come vivo rubino
nel calice alzato
e nel bicchiere conviviale.

Rosso è amore che divora,
passione ardente,
vergogna bruciante,
rabbia cieca, ira violenta, accesso di furia.

È rosso l’urlo della partoriente
e il pianto del bambino che nasce.
Rosso è grido, tumulto, concitazione, ribellione,
è il clamore assordante della folla, animalesca e scatenata: viva!... muoia!...
Rosso è lo sparo, rossa l’esplosione, rosso il campo di battaglia.
E rossa è la cerimonia solenne, la regalità, la commemorazione.

Sulla ruvida parete della grotta,
l’impronta della forte mano paleolitica è rossa:
l’ocra colora di vita e infonde caldo respiro
al grande corpo immobile del valente cacciatore,
rannicchiato nel buio grembo della terra.

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