February 21, 2012

Sete


Mi piacciono le parole doppie.

Nel sottoscala di solito si trovano cose insolite,
interessanti soprattutto per i robivecchi.
Se ci sono le bottiglie, ci dev’essere anche il cavatappi.
Certo servirebbe un aspirapolvere!

Alcune di queste parole sono utili,
come asciugamano e contachilometri
...o addirittura vitali,
quando è il momento di aprire il paracadute!

Il battipanni e il tagliacarte non rifuggono dalla violenza,
mentre l’attaccapanni e il fermacarte sono di temperamento più posato.
C’è chi si adatta a lavori umili,
come il calzascarpe e il posacenere,
e chi invece aspira a un’alta posizione sociale,
come il portafoglio e il portagioielli.
Il reggicalze e la sottoveste
sono personaggi intriganti...

Mezzogiorno e mezzanotte
spaccano in due la giornata,
come una torta, metà alla panna metà alla cioccolata.
In tema di sapori,
l’agrodolce è esotico,
dolceamaro può essere anche un ricordo,
ma a colazione vi consiglio caffelatte o lattemiele.

Lo spazzacamino sale, l’apripista scende,
il saltimbanco va su e giù
ma non c’entra con il saliscendi.

Il giardino delle parole doppie è sempreverde
e multicolore come l’arcobaleno:
fra il biancospino e il melograno
intrecciano voli il pettirosso e il codirosso
...e non dimentichiamo il pigliamosche e il culbianco!

L’orizzonte laggiù è blu oltremare.
Sul frangiflutti l’onda verdazzurra
si fa schiuma color madreperla,
e infida cova la minaccia ...attenti ai pescecani!

In tutto questo gran parapiglia,
la parola che più di tutte amo
è dormiveglia:
lì, in un limbo di dolce penombra,
si cullano le idee e i ricordi, le immagini e i pensieri...
dondolano, come il pendolo di un orologio, e scivolano
...di là, e diventano sogni,
...di qua, e diventano poesia.

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